100° anniversario del Battesimo di Karol Wojtyla – 20 giugno 2020
Riflessioni sul Sacramento del Battesimo cristiano di San Giovanni Paolo II
Il 20 giugno 2020, nel 100° anniversario del battesimo di Karol Wojtyla, si avrà l’occasione non solo di ribadire il valore e l’importanza del Battesimo cristiano, ma anche di esprimere la personale gratitudine per un tale dono che rende “figli di Dio” e di riappropriarci di tale identità e con spirito convinto rinnovare le promesse battesimali, tenendo lo sguardo e il cuore al Gesù il “Figlio di Dio, consustanziale al Padre” che ci insegna come essere veri figli. Inoltre, si pregherà molto per le famiglie, i sofferenti piccoli e grandi, per i bambini battezzati durante l’anno e/o che sono prossimi al battesimo. In particolare, si continuerà a pregare per il Vescovo della nostra Diocesi lametina, Mons. Giuseppe Schillaci, affinché il suo decorso riabilitativo post-operatorio gli consenta un celere recupero e di acquisire efficienza ed operatività necessaria al suo mandato di pastore e guida della Chiesa. In sua vece, Sua Ecc.za Mons. Angelo Raffaele Panzetta, Arcivescovo della Diocesi di Crotone S. Severina presiederà la Celebrazione Eucarestia, alle ore 18.30, nell’area circondariale del Santuario adibita alla celebrazione nel rispetto delle norme che il Comitato Tecnico Scientifico ha fornito per eventi di tale natura.
Entrati nella fase 2 dei provvedimenti anti-covid 19, il 18 maggio scorso, per la gioia dei fedeli, si sono aperte le porte delle Chiese per partecipare dopo mesi di restrizioni alla celebrazione della s. messa. Ma la gioia dei fedeli è stata ancor più amplificata da una piacevole coincidenza: giorno 18 maggio 2020 è il giorno in cui si sono celebrati i cento anni della nascita di Karol Wojtyla, cioè di colui che in seguito eletto Papa si è presentato sulla scena della storia mondiale del secondo millennio con le parole poi rimaste ancora vivide nel cuore di molti “… aprite, anzi spalancate le porte” – non delle Chiese ma del cuore – “a Cristo. Lui sa cosa è nell’uomo. Solo Lui lo sa”. Tutto il mondo lo ha ricordato e in tutte le chiese si sono celebrati momenti di fede e di preghiera di ringraziamento a Dio per la vita e il pontificato di San Giovanni Paolo II. Anche nel primo Santuario del Meridione d’Italia dedicato al Papa polacco, si è celebrata la s. messa in suo ricordo, inoltre si è aperto il tempo giubilare wojtyliano concesso da Papa Francesco e dalla Penitenziaria Apostolica.
Ma la festosa ricorrenza si è svolta in un clima sommesso e carico di apprensione per il vescovo della Diocesi lametina che la sera prima ha avuto un serio disagio fisico tanto da essere stato trasportato in ospedale per accertamenti di routine medica. Sostituito dal vescovo emerito, Mons. Vincenzo Rimedio, Mons. Schillaci con un messaggio si è affidato alle preghiere dei fedeli presenti, assicurando la sua partecipazione nell’offrire la sua sofferenza al Signore per il bene spirituale della Diocesi, delle famiglie e dei sofferenti. Ognuno dei partecipanti alla celebrazione, sia il popolo di Dio che autorità civili e militari, si sono stretti attorno al vescovo emerito e al Rettore del Santuario Diocesano, Don Antonio Fiozzo, formando una commossa catena vivente di preghiera per chiedere a San Giovanni Paolo II un particolare aiuto per il vescovo Schillaci. A distanza di un mese i frutti di quelle preghiere cominciano a maturare: il vescovo è in via di guarigione e l’apprensione dei fedeli va mano mano attenuandosi. E se è pur vero che la festa di quel giorno non è stato possibile viverla con serenità, non è però mancato nei presenti quello spirito di fede necessario per vivere una tale situazione con maturità e dignitosa sensibilità. Era il giorno del compleanno di San Giovanni Paolo II occasione propizia e sublime per richiamare l’attenzione su uno dei pilastri portanti della società: la famiglia luogo e sacrario della vita umana. Il giorno della nascita è un giorno importante e il Papa polacco – in un intervento spirituale autobiografico rivolto ad un gruppo di partecipanti all’udienza generale del mercoledì 18 maggio 1995 – ha avuto modo di parlarne ricordando il suo compleanno con una carica emotiva dirompente e toccante: “In un giorno così importante per ogni uomo, voglio rivolgermi con la memoria ai miei genitori scomparsi da tanto tempo. Desidero ricordare con gratitudine mio padre e mia madre, che mi hanno dato la vita. Pensando ai miei genitori voglio in modo particolare ringraziare Dio, Signore e Fonte della vita, per questo suo primo e fondamentale dono. “Deum cui omnia vivunt, venite adoremus”, canta la Chiesa. La vita è dono di Dio, un dono nel quale Dio riceve anche una particolare lode. Tutto ciò che vive, vive per Lui”.
Dei genitori di San Giovanni Paolo II si è appena aperto il processo di beatificazione: a loro il merito di avergli dato la vita, e non solo fisica. E San Giovanni Paolo II, infatti, li ringrazia anche per quell’altro dono importante più del primo, cioè il battesimo: “desidero ringraziare oggi per il dono della vita divina ricevuta al fonte battesimale, nella chiesa parrocchiale di Wadowice. Con il sacramento della rinascita dall’acqua nello Spirito Santo è iniziata in me questa vita nuova, soprannaturale, che è dono di Dio stesso – dono che trascende la dimensione dell’esistenza naturale. Oggi mi sento particolarmente obbligato a rendere grazie per il dono della vita terrena, ma ancor più, per il dono della vita soprannaturale, grazie al quale sono diventato figlio adottivo di Dio. ‘Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio’. In virtù del sacramento del Battesimo, questa eredità, divenuta mia, si è successivamente consolidata nel sacramento della Confermazione. Da qui scaturì anche il dono della vocazione: cristiana, sacerdotale ed episcopale. Oggi mi è dato di vivere il 75 compleanno come Vescovo di Roma: questo dono trae origine da quello del Battesimo, ricevuto all’inizio della mia vita.
Rendo grazie a Dio per essere nato e per essere stato chiamato a questa mia particolare missione. Voglio ringraziare per il dono del sacramento del sacerdozio e dell’episcopato e prego incessantemente lo Spirito Santo di aiutarmi a rimanervi fedele fino alla morte”.
Le attese di San Giovanni Paolo II espresse nella preghiera di ringraziamento a Dio per il dono della famiglia, della vita, della vita nuova battesimale e della vita consacrata a Dio non sono state deluse, ma si sono realizzate e le vediamo compiute nella gloria di Dio. Spetta a noi ora ringraziare il Signore per questo figlio della Chiesa che ha saputo portare a maturazione il dono della “figliolanza divina”, testimoniandola con tenacia e audacia in un mondo umano convulso e complesso. Anche noi, sul suo esempio, dobbiamo ringraziare il Signore per il dono della vita, della nuova vita battesimale che – usando le parole di San Giovanni Paolo II – ci ha “incorporati a Cristo e uniti alla famiglia del Dio vivente… Vi è nel Battesimo una particolare potenza di trasformazione dell’uomo che – portata a maturazione – conduce a essere animati da una particolare forza di dedizione disinteressata agli altri sull’esempio di Cristo. Da esso nasce ciò che è più nobile nell’uomo. Ciò che fa la vita umana pienamente degna dell’uomo. Ciò per cui veramente vale la pena di vivere”.