Triduo di preghiera e di preparazione all’ordinazione sacerdotale del diacono Alessandro Baglio
Da circa un anno la pandemia da COVID–19 manifesta i suoi nefasti effetti di sofferenza e di morte oramai in tutti i cinque continenti. Ogni giorno vengono aggiornati i tassi di notifica dei casi COVID–19 e i costanti aumenti suscitano preoccupazione e tristezza.
Però, nonostante sia questo il desolante scenario mondiale, non mancano le umane reazioni di solidarietà e soprattutto quelle finalizzare a trovare soluzioni per contenere tale emergenza nella speranza di un ritorno alla normalità: uomini e donna specialisti della sanità e organi di governo mondiale uniti – nei limiti consentiti dalla minaccia di questo nemico invisibile – per attuare misure di primo soccorso e di prevenzione. In questo momento è tutto l’uomo che va aiutato “a guarire” – e non solo dal COVID–19 – mediante una sintonia di interventi, che non escludano il contributo indispensabile anche della preghiera. Ed è qui che la Chiesa scende in campo offrendo quell’aiuto umano e spirituale che può offrire attraverso i tanti religiosi, religiose, sacerdoti, laici e laiche impegnati. Si aggiungerà a questa schiera anche il futuro presbitero della Chiesa lametina, il diacono Alessandro Baglio, la cui vocazione nasce nella Parrocchia S. Maria Immacolata di Accaria.
La sua ordinazione avverrà il 21 novembre, nelle ore vespertine della solennità di Cristo Re dell’universo. In questo giorno solenne la Chiesa si porrà in ascolto del Vangelo in cui gli verrà “specificato” che proprio in quell’umanità che versa nel bisogno e nella sofferenza il Cristo è ivi presente ed è lì che lo si ama, attraverso il servizio di chi è in difficoltà e nel bisognoso. Servizio e missione sono un’unica realtà a cui tutto il popolo di Dio è chiamato. Tale missione-servizio si attua mediante la partecipazione all’ufficio ed alla missione dello stesso Gesù Cristo, che – come è noto – ha una triplice dimensione: è missione e ufficio di Profeta, di Sacerdote e di Re. Si tratta di una triplice dimensione del servizio e della missione di Cristo e non tre funzioni diverse. Difatti, queste sono fra di loro intimamente connesse, si spiegano reciprocamente, si condizionano reciprocamente e reciprocamente si illuminano. Di conseguenza, è da questa triplice unità che scaturisce la partecipazione alla missione e all’ufficio di Cristo. Ma il fedele cristiano, quale membro del Popolo di Dio, successivamente chiamato anche al Sacerdozio ordinato, ovviamente parteciperà a tale missione-servizio in maniera diversa, secondo l’ordine gerarchico che prende origine dall’insieme della missione e dell’ufficio del Maestro che è Profeta, Sacerdote e Re, per rendergli una particolare testimonia nella Chiesa e dinanzi al mondo. Perciò, a ogni presbitero, affinché viva una vita sacerdotale autentica, è assolutamente necessario avere chiara coscienza della propria vocazione! Il sacerdozio è dono che viene da Dio ad immagine della vocazione di Cristo Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza: “Nessuno può attribuire a sé stesso questo onore, se non è chiamato da Dio, come Aronne” (Eb 5,4). Non si tratta, infatti, di una “funzione”, bensì di una “vocazione” libera ed esclusiva di Dio che, come chiama l’uomo all’esistenza, così lo chiama al sacerdozio, non senza la mediazione della Chiesa. Difatti, è con l’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera consacratoria, che lo rende ministro e continuatore dell’opera di salvezza, compiuta da Cristo nello Spirito Santo.
Il sacerdozio dei Presbiteri – difatti– pur presupponendo i sacramenti dell’iniziazione cristiana, viene conferito da quel particolare Sacramento per il quale i Presbiteri, in virtù dell’unzione dello Spirito Santo, sono segnati da uno speciale carattere che li configura a Cristo sacerdote, in modo da poter agire in nome e nella persona di Cristo capo. Così, agendo “in persona Christi Capitis”, il Sacerdote annunzia la divina Parola, celebra l’Eucaristia e dispensa l’amore misericordioso di Dio che perdona, divenendo così strumento di vita, di rinnovamento di progresso autentico dell’umanità.
Ministro delle azioni salvifiche essenziali egli mette a disposizione di tutti gli uomini non beni che periscono e neppure progetti socio-politici, ma la vita soprannaturale ed eterna, insegnando a leggere e ad interpretare in prospettiva evangelica gli avvenimenti della storia.
È questo il compito prioritario del Sacerdote anche nell’ambito della nuova evangelizzazione – tanto per citare un autorevole testimone, San Giovanni Paolo II Papa -, la quale richiede Presbiteri che, in quanto primi responsabili, unitamente ai Vescovi, di tale rinnovata seminagione evangelica, siano “radicalmente ed integralmente immersi nel mistero di Cristo” (Pastores dabo vobis, 18).
Il sacerdozio dei sacri ministri partecipa dell’unico sacerdozio di Cristo, costituito Sacerdote e Intercessore mediante l’offerta del Suo sacrificio, consumato una volta per tutte sulla croce (cf. Eb 7,27).
L’evento dell’ordinazione sacerdotale è davvero un singolare avvenimento e ogni qual volta viene vissuto dalla chiesa diocesana – unitamente alla Parrocchia di origine del candidato -, mediante cui viene consacrato a Dio un suo figlio, viene dato a Gesù “Buon Pastore”, proprio attraverso la strumentalità del neo-consacrato, di essere ancora nell’oggi storico in mezzo all’umanità intera per far sentire la sua voce e il suo amore. Difatti, il sacerdote, nel luogo dove vivrà il suo servizio-missione prolungherà la missione e il compito di Gesù; e perciò deve “pascere il gregge”, deve insegnare, istruire, dare la grazia, difendere le anime dall’errore e dal male, consolare, aiutare, convertire e soprattutto amare. È questa la vera identità sacerdotale ministeriale, quella “originale”, non quella preconfezionata e creata a misura di tendenze e mode del secolo presente, o del passato. Di tutto ciò se ne approfondirà il mistero, con un triduo di preghiera e di riflessione – proposto per preparare la consacrazione di un nuovo candidato della diocesi lametina – dal 18 al 20 novembre nel Santuario Diocesano San Giovanni Paolo II, alle ore 17.30, ove interverranno sacerdoti parroci impegnati da anni nella pastorale parrocchiale. Affidiamo fin da subito il futuro presbitero alla Regina degli Apostoli, affidandolo al suo Cuore di Madre affinché possa sperimentare la pace, la letizia, la fecondità pastorale derivanti dall’essere figli suoi!