Riflessioni sul Sacramento del Battesimo cristiano di San Giovanni Paolo II – Quarto giorno
“Attraverso il rito del battesimo, che è il primo dei Sacramenti di salvezza istituiti da Gesù, la persona umana viene incorporata a Cristo e unita alla famiglia del Dio vivente. San Paolo ci ripete oggi quanto scriveva ai cristiani di Roma del suo tempo: “Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova, se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione” (Rm 6,3-5). Con queste parole, l’apostolo ci fa sapere che il battesimo è figura ed espressione della passione di Cristo. Col battesimo, infatti, siamo immersi nella morte di Cristo, lavati dalle lordure del peccato, introdotti alla vita nuova della risurrezione, divenuti templi viventi dello Spirito.
Attraverso il battesimo, siamo anche incorporati alla Chiesa, la comunità di Cristo Signore, creata e alimentata dall’amore, comunità di fede e di vita nuova, che ci accompagna sempre, ci sostiene nelle debolezze perché, non più schiavi del più grande dei mali che è il peccato, possiamo vivere in pienezza la libertà di figli di Dio…
Gesù, ucciso dagli uomini, è risuscitato da Dio. Divenuto pietra angolare, fuori di lui non può esserci possibilità di salvezza. Ogni uomo, invece, che viene innestato nella sua vita, anche se morto, risusciterà. Risorgerà col corpo fisico in un giorno di cui a noi non è dato prevedere il termine. Ma risorge subito nel battesimo, col divenire realmente figlio di Dio, e può ripetere questo mistero di risurrezione dopo la disavventura della colpa ogni volta che, attraverso il sacramento della riconciliazione, ricevuto con le necessarie disposizioni, si reinserisce in Colui che ha detto: “Io sono la Vita” ( San Giovanni Paolo II, discorso del 08/05/1986, Forlì ).