Commento al Vangelo della VI Domenica del T.O. Anno B

Il lebbroso del Vangelo venne a Gesù e lo supplicava in ginocchio, dice san Marco. Egli compie un gesto che la Legge proibiva, cioè avvicinarsi alle persone. La lebbra è una malattia infettiva che ai tempi di Gesù era molto diffusa e la guarigione supponeva un miracolo. Il lebbroso era costretto a vivere solo — il passo tratto dal libro del Levitico della prima lettura di questa Vi domenica del tempo ordinario lo sottolinea – fuori dell’accampamento. Doveva scoprirsi il capo e coprirsi la barba doveva essere riconosciuto da lontano e gridando immondo, immondo per evitare contatto con persone sane ed il contagio. Era una condizione di vita molto dura, il lebbroso era quasi un cadavere ambulante. Ma il lebbroso del Vangelo sa che Gesù è una persona speciale, è il Cristo, il Salvatore, Colui che può guarire anche dalla lebbra, prerogativa che è solo di Dio. La sua fede è certezza: Gesù può guarirlo. “ Se vuoi puoi guarirmi”: ecco da dove gli viene l’audacia e la forza di attuare quel gesto.

E Gesù, dinanzi all’orrenda vista di quella malattia che sfigura e lacera l’uomo nel suo corpo, ha compassione e soffre con lui, stende la mano, lo tocca e con autorità dice: lo voglio, guarisci! E il lebbroso guarì.

Gesù non ha paura di contaminarsi, si china sull’uomo sofferente, lo tocca quasi ad addossarsi le infermità dell’uomo, i peccati dell’umanità, perché la lebbra rappresenta il male, e quello purtroppo esiste ancora.
La guarigione del lebbroso operata da Gesù è un ulteriore segno – oltre a quelli fin qui conosciuti dalle guarigioni ed esorcismi da Lui compiuti da Gesù e narrati nei brani dei vangeli delle precedenti domeniche – che con Cristo è iniziato davvero il Regno di Dio, il tempo messianico, in cui l’uomo è guarito nel corpo certamente, ma in vista di un rinnovamento totale, che comprenda dunque anche lo spirito. Questo rinnovamento totale e dunque anche spirituale, è il sottofondo della guarigione del lebbroso, soprattutto se si considera l’atteggiamento che consegue nel lebbroso dopo la guarigione, atteggiamento che è quello di divulgare con l’annuncio il dono ricevuto da Dio: chi è graziato da Dio non può fare a meno di proclamare con la Parola e con le opere le meraviglie operate dal Signore! Quando si è toccati dalla salvezza di Dio, si diventa annunciatori della sua misericordia! I santi sono coloro che nella loro vita hanno sperimentato il passaggio dall’essere lebbrosi all’essere mondati. La liberazione dalla lebbra del peccato è certamente più importante della liberazione dalla lebbra fisica, e la guarigione interiore è sicuramente più efficace della guarigione fisica. La gioia e la serenità che scaturiscono dalla guarigione dello spirito è molto più grande rispetto a quella che scaturisce dalla guarigione fisica. La totale fiducia in un Dio che ci è Padre e che in Cristo suo Figlio e nostro fratello si è fatto solidale con le nostre sofferenze è la vera ricetta e la vera medicina anche per affrontare le sofferenze e le debolezze della vita. Mettersi nelle mani di Cristo con la certezza che Lui e solo Lui ci può guarire fisicamente e spiritualmente è esternare tutta la nostra fede e proclamare con la parola e con le opere le meraviglie compiute dal Signore!

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