PAZIENZA

“Sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico e non ne trovo. Taglialo… lascialo ancora quest’anno, finchè io gli zappi intorno e vi metta concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire.” (Lc 13, 7-9)

[estratto: Testo, Spiritualità trinitaria. Il riflesso del mistero di Dio nella vita cristiana secondo Giovanni Paolo II…]

Frutto dello Spirito è anche la pazienza: la pazienza fa sì che si assuma la condizione dell’altro e la si faccia propria, per redimerla, per salvarla, per riportarla in vita.

Con la pazienza si soffre con l’altro, si soffre per l’altro, si soffre al posto dell’altro.

Con la pazienza la vita dell’altro diviene propria, è nostra e la si vive portando in essa tutto l’amore di Cristo Gesù, che è amore di crocifissione e di morte.

La suprema pazienza un uomo l’acquisisce quando è capace di morire per l’altro, di offrire la propria vita per la salvezza dell’altro. È in questo supremo dono d’amore che l’uomo manifesta e vive tutta la pazienza di Cristo, che è pazienza per tutti gli uomini, vita per tutti gli uomini ma anche morte per tutti gli uomini, a prova di olocausto e di sacrificio cruento sulla croce. “la pazienza è il modo di agire di  Dio nella storia verso di noi”. Anche questa carità che non conosce limiti di sorta è opera e frutto dello Spirito Santo nell’uomo nuovo. È lui che è la capacità di amare. Per questo bisogna perennemente invocarlo, perché insegni ad amare e guidi solo sui sentieri dell’amore puro e santo, dopo aver liberato l’uomo da ogni imperfezione e vizio nell’amore.

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