BENEVOLENZA
“Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi in Cristo.” (Efesini 4, 32)
[estratto: Testo, Spiritualità trinitaria. Il riflesso del mistero di Dio nella vita cristiana secondo Giovanni Paolo II…]
La benevolenza è frutto dello Spirito: Con la benevolenza nel cuore dell’uomo c’è solo il bene per gli altri. Questo bene lo si vuole. Ma non lo si vuole solo in modo di desiderio, di sentimento. Lo si vuole realmente, concretamente, fattivamente, operativamente. La benevolenza diviene così desiderio di bene, ma anche concretizzazione del bene voluto. Se uno vuole il bene dell’altro, ma non lo concretizza, costui non vuole il bene; non lo vuole perché non lo realizza, non gli dona forma concreta, non lo realizza effettivamente, veramente in mezzo ai suoi fratelli.
“È l’unica vera attitudine virtuosa che ci aiuta a capire l’altro, amico o nemico che si presenti”. Quando si è nello Spirito Santo, il bene lo si vuole alla maniera di Cristo Gesù; lo si vuole per via reale e non solamente ideale. Oggi, idealmente, tutti vogliono il bene del fratello, tutti lo predicano e tutti lo annunziano come la vera via dell’essere veri cristiani secondo Dio. Questo desiderio di bene, questa benevolenza, rimane però lettera morta e questo perché non c’è dentro l’uomo lo Spirito Santo a guidarlo e a muoverlo in ogni sua azione, in ogni suo pensiero, in ogni moto e sentimento della sua mente e del suo cuore. Con la benevolenza ogni uomo esce dall’egoismo ed entra nella reale volontà di bene e di amore per ogni suo fratello.