II Domenica di Pasqua – Festa della Divina Misericordia
La grazia della Pasqua è estremamente grande e feconda. Un giorno non basta per viverla, gustarla, meditarla. Il tempo pasquale è un grande giorno che si estende fino a Pentecoste e la liturgia dei cinquanta giorni ci farà rivivere in maniera intensa e commovente i primi incontri di Gesù risorto con i suoi discepoli.
Le due apparizioni narrate dal Vangelo – di questa II domenica di Pasqua, , denominata anche Domenica della Divina Misericordia – sono di fondamentale importanza, poiché testimoniano, attraverso segni chiarissimi, la sicurezza della risurrezione di Gesù. Il Maestro appare a porte serrate nel cenacolo ai Dieci discepoli con il corpo glorificato. È il primo dei «molti segni» fatti da Gesù «in presenza dei suoi discepoli».
Ma il più grande segno fu la sua stessa presenza «in mezzo a loro», mostrando le mani e i piedi piagati. Però il suo corpo glorioso non aveva più le ferite sulle spalle, sulle braccia, sulla fronte, né gli sputi dei soldati e il sudore. Tutto era scomparso, non però le stimmate nelle mani, nei piedi e nel Costato. Gesù le mostra come «il suo segno», quasi trofeo di vittoria, come un soldato mostra le sue ferite. Non c’è infatti Cristo glorioso senza il Cristo crocifisso.
E i discepoli che fino allora avevano il cuore piagato dal dolore, dalla paura e dalla delusione, gioiscono «nel vedere il Signore»! Non si tratta però soltanto della gioia di chi rivede una persona cara. Il motivo della loro esultanza sta nel fatto che quelle apparizioni danno loro la certezza che Cristo è veramente il Signore e il Figlio di Dio. Ora Gesù può inviarli nel mondo ad annunciare ciò che hanno visto con gli occhi, udito con le orecchie, toccato con le mani: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». E non solo: Gesù affida loro anche il dono più grande conquistato con la Passione e morte, il ministero del perdono dei peccati: «a chi rimettere, peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». I primi a ricevere il perdono furono gli stessi Apostoli, che avevano tradito, rinnegato, abbandonato il Signore. Gli sono rimessi i peccati, attraverso lo Spirito santificatore che Gesù alita su di loro: «Ricevete lo Spirito Santo». Lo Spirito Santo santifica e la sua opera santificatrice è caratterizzata da un dinamismo che trasforma e libera dal peccato le anime dei credenti per renderle sempre più ad immagine perfetta del Padre celeste. Gli Apostoli devono continuare la missione di Gesù, tutta finalizzata alla remissione dei peccati. Ed per questo che li abilita anche togliere il peccato dal cuore di ogni uomo come Lui ha fatto. Se essi non tolgono il peccato nessun regno di Dio sarà mai costruito.
Rimettere il peccato si può in una duplice attuazione: per via sacramentale che si compie nel battesimo e nella Riconciliazione perdonando il peccato con la sua parola onnipotente, misericordiosa, che mentre perdona fa il cuore nuovo; o portandolo nella propria carne, senza commetterlo ed espiare per esso con l’offerta e il sacrificio della propria vita, in una obbedienza perfetta alla volontà di Dio. L’Apostolo del Signore deve percorrere l’una e l’altra via. Dovrà perdonare il peccato per via sacramentale, dovrà anche rimetterlo per via sacrificale, di espiazione, facendosi lui stesso, nello Spirito Santo, sacrificio per il peccato del mondo, in tutto come ha fatto Cristo Gesù.
Espiare la colpa attraverso l’offerta che si fa olocausto di sé, in unione a Cristo nello Spirito Santo, è l’essenza della vita in Cristo di ogni battezzato, che è stato rinnovato e conformato a Cristo Gesù dalla potenza dello Spirito Santo.
Ed è ciò che viene chiesto ad ognuno di noi che siamo stati rinnovati dal perdono di Dio Padre, nella mediazione della Chiesa Cattolica, e che viviamo la novità che proviene dalla Pasqua del Signore: secondo il proprio stato assunto, come sacerdote, religioso, coniuge, come figlio, come operaio, come datore di lavoro, come responsabile della casa comune o dello Stato, tutti siamo chiamati a rinnovare il mondo degli uomini perdonando ed espiando il peccato degli altri in unione a Cristo Risorto, nella forza dello Spirito Santo.