Riflessione sul Vangelo della festa del Battesimo di Gesù
La festa del Battesimo di Gesù chiude il ciclo natalizio – che ci ha dato modo di contemplare il mistero del «Verbo fatto carne», che si è «abbassato» per noi manifestando l’amore eterno del Padre – e da inizio al Tempo Ordinario.
Al Battesimo Gesù accetta di apparire agli occhi della folla che andava da Giovanni, un peccatore, sebbene non lo fosse, ed anzi, come avrebbe mostrato successivamente, si sarebbe successivamente offerto per essere I’«Agnello che toglie i peccati del mondo».
Gesù uscendo dall’acqua, manifesta in modo miracoloso la grandezza della sua gloria, che non si limita ad essere quella di una semplice creatura umana libera dal peccato, ma appare in modo misterioso e inaspettatamente una teofonia, quale mai si era verificata in tutta la precedente storia d’Israele: per la prima volta, nella storia dell’umanità, abbiamo la rivelazione del mistero trinitario, mistero centrale della rivelazione cristiana. Con l’episodio del Battesimo dunque Gesù ha cominciato a manifestarsi al mondo come Figlio del Padre, pieno di Spirito Santo, quello Spirito che di lì a poco avrebbe cominciato a manifestarsi con sempre maggior chiarezza non semplicemente come forza divina che dà coraggio e prudenza ai profeti, ma come vera e propria Persona divina, accanto a quella del Padre e del Figlio.
Quando Giovanni vide Gesù tra la folla che andava a farsi battezzare, comprese la sua straordinaria grandezza, fino a non sentirsi degno – Lui, il «più grande tra i nati di donna» – di toccargli i piedi (Gv 1,27).
Comprese che Gesù era «prima di lui» (Gv 1,30); che Gesù è «colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,28) e «Colui che ha il ventilabro in mano» per giudicare e separare il grano dalla pula, i buoni dai cattivi (Mt 3,12). Dio che lo aveva mandato a battezzare nel Giordano, gli disse: «Quello sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, Egli è Colui che battezza nello Spirito Santo» (Gv 1,33).
Gesù istituirà un altro battesimo, «in Spirito Santo e fuoco», che ha degli effetti straordinari per la persona tutta intera.
Attraverso il battesimo di Gesù avviene la rinascita della creatura, l’inizio del processo di «divinizzazione», che si effettuerà per tutta l’eternità.
Il battesimo di Gesù toglie il peccato originale, innesta la creatura nell’albero della Vita che è Gesù, e ci rende in Lui veri figli di Dio, per cui scorre nelle nostre vene la forza soprannaturale dello Spirito.
E importante perciò sapere chi è Gesù, nel quale tutti noi veniamo battezzati!
Alcune sette (come i TdG) che negano la divinità di Gesù, non credono nel battesimo istituito da Gesù. Invece, solo « chi crederà e sarà battezzato sarà salvo», disse Gesù. Credere, vuol dire credere nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Il battesimo è la porta di tutti i sacramenti, e senza di esso non si possono ricevere gli altri.
Ma è necessario che lo Spirito Santo, dopo di essere «disceso» su di noi nel battesimo, «ci resti», come restò su Gesù, altrimenti la creatura battezzata — ma fedifraga — si riduce nell’essere più abietto dell’universo, oggetto di derisione e di scherno perfino da parte di satana.
Il battesimo imprime il carattere indelebile. Andando all’inferno, ci si va da cristiani, cioè da creature nobilissime ma decadute.
Il battezzato che si perde ripete l’itinerario spirituale di satana, che essendo «portatore di luce», cadde «come una folgore» dal cielo fin nelle profondità dell’inferno.
Il battesimo, inoltre, ci rende «membra» del Corpo mistico di Cristo, che comprende le anime sante del cielo, del purgatorio o ancora viventi nel tempo. E ci rende «membri» della Chiesa visibile, con tutta la serie di diritti e di doveri che ciò comporta.
Questo è tanto importante che si ritiene meglio non battezzare chi non potrà assumersi tutti gli impegni cristiani; ad esempio un bambino che si prevede vivrà fuori del contesto cristiano.
Chi si portava da Giovanni per farsi battezzare chiedeva anzitutto: «Cosa dobbiamo fare?».
La fede, la speranza e la carità devono essere il vero ornamento di ogni battezzato, e devono essere sempre più splendenti attraverso la ricezione degli altri sacramenti.
L’acquisto delle virtù, specie quelle cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) è irrinunciabile per il battezzato.
L’osservanza dei 10 comandamenti e di tutte le istanze evangeliche è imprescindibile dal battesimo.
Chi dimentica i suoi doveri, non ha diritto al regno dei cieli.