Riflessione sul vangelo della festa del Battesimo del Signore

La festa del Battesimo di Gesù conclude le festività natalizie. Sappiamo che il battesimo al Giordano inaugura la predicazione di Gesù, dopo i trent’anni di silenzio e nascondimento vissuti a Nazareth. Ma perché Gesù volle essere battezzato?

Il Vangelo di Luca, che meditiamo quest’anno, questo non ce lo dice, ma Matteo un accenno di risposta la abbozza. AI Battista che voleva impedirgli di sottomettersi al battesimo di penitenza, Gesù risponde: «Lascia fare per ora perché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Perché Gesù deve mettersi in fila con i peccatori, con quelli cioè che mentre andavano a ricevere il battesimo confessavano i loro peccati e venivano poi immersi nell’acqua del Giordano per ricevere il battesimo di pentimento?

Giovanni Battista con la sua pedicazione amministrava come segno di conversione avvenuta un battesimo di pentimento che attirava gente da tutta la Giudea e dalle regioni circonvicine, anche gente influente come capi del popolo, scribi e farisei che andavano a farsi battezzare, e gli chiedevano: «Ma chi sei, un profeta, Elia, il Cristo?» Alla sua risposta negativa gli chiedevano: «ma allora perché battezzi, chi ti autorizza?» E il Battista rispondeva che dopo di lui sarebbe venuto uno che era prima di lui e che avrebbe battezzato in Spirito Santo e fuoco. Ma intanto questo «Qualcuno», ce l’avevano lì davanti, tra la fila di coloro che venivano a chiedere il suo battesimo di pentimento. Colui che toglie i peccati del mondo, che ha creato lo sterminato universo compresi i mari, gli oceani e tutte le acque che scorrono sulla faccia della terra, scende ora in questo rigagnolo. Lui, la sorgente d’acqua viva, cosa può ricevere da queste acque? A cosa gli serve scendere in esse? La risposta la troviamo magnifica e corrispondente a verità, nei santi Padri della Chiesa. Scende nelle acque del Giordano per purificare tutte le acque che ognuno di noi riceverà poi il giorno del proprio battesimo.

«Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi» (S. Gregorio di Nazianzo. Disc. 39 per il Battesimo del Signore, patrologia greca). E non solo purifica le acque, ma prende su di sé tutti i peccati che, simbolicamente erano depositati in quelle acque dove i peccatori andavano ad immergersi, e li distrugge con la sua morte in croce. E San Tommaso d’Aquino afferma che «Gesù volle ricevere il battesimo non per essere santificato dalle acque, ma per santificare le acque; per santificare non Sé stesso, ma negli altri la natura umana da Lui assunta, per darci esempio di sottomissione a ciò che Egli aveva disposto non per Sé ma per gli altri» (Summa th. Ill q. 39, a.1). E dopo avviene la prima manifestazione della Santissima Trinità. ll cielo si aprì e scese su di Lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba e vi fu una voce dal cielo, quella di Dio Padre: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

Il cielo si aprì e si udì una voce, non fu solo un’esperienza personale di Gesù: infatti non è Lui che racconta, ma gli evangelisti e lo stesso Giovanni Battista afferma: «lo non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è Colui che battezza in Spirito Santo”». Quindi non solo fu testimone, ma fu anche avvisato in anticipo del fatto: Colui che mi inviò mi disse… Chi può essere quel qualcuno che l’ha inviato, se non Dio stesso che gli profetizza anche un avvenimento che accadrà in seguito e che permetterà a Giovanni Battista di riconoscere il Messia che battezzerà poi in Spirito Santo e fuoco?

Lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù, quindi solo Lui lo può dare in pienezza (nessuno può dare ciò che non ha) e infatti quando morì, il velo della sua carne si squarciò e lo Spirito si effuse sul mondo intero. Anche noi l’abbiamo ricevuto al nostro battesimo che è un sacramento – come la cresima e l’Ordine – che opera una consacrazione ontologica, consacra cioè una volta per tutte l’essere della persona che lo riceve: il carattere che imprime nell’anima non viene mai più cancellato e perciò non può essere mai sciolto, né ricevuto una seconda volta. Ringraziamo il Signore per questo insigne dono che ci rende figli di Dio e diciamo con san Gregorio di Nazianzo: «Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con Lui per poter con Lui salire alla gloria».

Articoli simili