Riflessione sulla liturgia della solennità dell’epifania

La solennità dell’Epifania aiuta di più a riflettere su Gesù Bambino nato dalla Vergine, il quale comincia a manifestare la sua duplice natura umano-divina e la sua funzione di Re universale.

Da questo giorno, chi lo adora come i magi si salverà, chi lo osteggia come Erode, si sfracellerà. Egli è da oggi «segno di contraddizione», come dice il vecchio santo Simeone. Da oggi, chi non è con Lui è contro di Lui, Poiché, non si può non scegliere!

C’è sempre una stella che accompagna ogni uomo sulla buona strada. C’è Dio che segue, la Madonna che guida, l’angelo che illumina, custodisce e regge chi gli è affidato dalla pietà celeste.

L’arrivo dei Magi turba Erode, poiché i Sommi Sacerdoti confermano che a Betlemme deve nascere un «Capo» che guiderà Israele. In verità i sacerdoti e gli scribi sapevano che a Betlemme doveva nascere il Messia. E così, fede e scienza si incontrano, sacerdoti e astrologhi si aiutano a vicenda: i primi indicano la meta geografica (il Messia deve nascere a Betlemme), i secondi indicano l’ora sospirata da secoli: il Re-Messia è «già nato», ma furtivamente, nella Terra Promessa. Ma Erode, con i suoi sentimenti di volpe furba e sanguinaria, trama come uccidere il Re neonato. Talvolta la stella scompare, ciò vuol dire che stiamo andando verso il «palazzo» o la «persona» sbagliata. Tal’altra ci imbattiamo in persone d’onore che però ci ingannano, come Erode che «vuole» adorare il nato Re dei Giudei, mentre arde dal desiderio di ucciderlo. I Magi devono allontanarsi da lui e usciti rividero la stella che li condusse dove si trova il Divin Bambino.

Attraverso il simbolismo dei doni che offrirono a Gesù, i Magi completano la conoscenza dei sacerdoti e degli scribi relativi al Messia. Questi è Re (oro), è Dio (incenso), è Uomo destinato a morire per salvezza del mondo (mirra).

Ai sacerdoti andava bene che il neonato Re era Uomo e Re, non però che fosse Dio. Per questo, giunta la sua «ora», sollecitarono la folla che venisse ucciso. A Erode stava bene che era Uomo ma non Re, e cercò di eliminarlo. Ai Magi, a Maria, a Giuseppe stava bene che era Uomo-Re-Dio e lo adorarono.

I Magi, dopo aver adorato Gesù Bambino, non ritornarono da Erode, ma percorrendo «un’altra strada», indicata da un angelo anziché dalla stella, si diressero verso le loro terre d’oriente, lasciando il più grande messaggio per tutte le religioni, per tutte le politiche, per la scienza: Dio si è rivelato, Dio si è fatto uomo, Dio è Re.

Quello dei Magi è un vero invito a riflettere lanciato a quegli scienziati che negano Dio, a quei leaders di diverse sette che negano la divinità del Cristo (come i Testimoni di Geova che – contraddicendo se stessi – lo chiamano salvatore, ma Gesù per loro non è il Signore Dio), ai responsabili delle nazioni che temono le religioni. Quello dei Magi è un vero invito a tutti a cercare, adorare, servire Dio; un invito a cambiare quella strada già intrapresa da tempo che porta lontano dalla vita vera, dal Dio di Gesù che è Signore e Padre di tutte le genti!

Epifania significa manifestazione o rivelazione: nessuno può conoscere la vera natura di Dio, finché Dio non si auto-rivela.

L’autorivelazione di Dio, la sua epifania non è limitata al popolo di Israele, ma a tutti gli uomini di buona volontà, compresi i pagani. Dobbiamo pregare perché il Padre – attraverso lo Spirito Santo – continui a rivelarsi a noi e soprattutto a chi ha bisogno di approfondirne il Suo mistero, o di avere certezze assolute che solo Dio può dare, o a chi ancora deve conoscerlo. Accogliamo con fede e gioia la luce dell’epifania del Signore, affinché da essa guidati sul sentiero della Verità, siamo resi fiaccole luminose per quanti incroceremo nella nostra esistenza.

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