Riflessione sul Vangelo della XXIV Dom del T. O. Anno B

Il Vangelo di questa domenica riporta le risposte che gli apostoli diedero a Gesù quando chiese loro: “Chi dice la gente che io sia?” (Mc 8,27). Conosciamo le risposte. Alla fine Gesù domandò: “E voi chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”, che vuol dire il Messia (Mc 8,29). Pietro professa la dignità messianica di Gesù di Nazaret. Ma ecco che lo stesso Pietro quando sente che il Messia, il Figlio dell’uomo, deve essere riprovato, martoriato e ucciso prende in disparte Gesù e si mette a rimproverarlo (cf. Mc 8,32). “Rimproverarlo” significa che cerca di convincerlo che questo non gli accadrà mai. Ed allora che Gesù rimprovera Pietro con parole così severe come forse non ha mai usato nei confronti di nessun altro degli Apostoli: “Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8,33). E a tutti, Gesù dice: «Chi vuole seguirmi, prenda ogni giorno la sua croce».

Si può restare turbati e scandalizzati per queste parole del Signore, che chiama Pietro «satana», cercando di allontanarlo da Sé. Poco prima, Gesù si era congratulato con lui, perché il Padre gli aveva ispirato parole sublimi sul suo conto: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». Pietro voleva che il Maestro non morisse! Cosa aveva detto di male per meritarsi quell’appellativo così offensivo, «satana»? Ebbene, proprio sul punto più importante dell’opera salvifica di Gesù, Pietro aveva assunto il ruolo di satana.

Satana, difatti, non voleva la morte del Cristo, perché quella morte lo avrebbe rovinato: «Che sei venuto a fare, a rovinarci?». Satana offrì al Cristo «tutti i regni del mondo», e lo invitò a usare i poteri divini per i suoi interessi personali: «fa che queste pietre diventino pane»; «gettati giù, perché sta scritto: Dio manderà i suoi angeli, affinché il tuo piede non inciampi nei sassi». Satana è il bugiardo e l’omicida per antonomasia. Satana inganna il cervello e il cuore dell’uomo, il piacere momentaneo alla felicità eterna, i beni terreni a quelli celesti. Satana vuole la morte spirituale dell’umanità e non la morte redentrice del Cristo. Pietro – pur non sapendolo – fa il gioco di satana, cercando di distogliere Cristo dalla morte che avrebbe salvato l’umanità. Senza riflettere, Pietro cerca di far pensare Cristo alla maniera umana: non soffrire, non morire, godere, piacere!… Perciò Gesù lo definisce, «satana», spiegandogli il perché: «…perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini».

Sarebbe stato più giusto che Gesù gli avesse detto: «tu non pensi secondo Dio ma secondo satana». Invece, no! Evidentemente satana è ogni uomo che pensa a godersi la vita e a sfuggire la croce redentrice! Ogni uomo, fosse anche il neo-proclamato principe degli apostoli e «fondamento» della Chiesa di Cristo, cioè Pietro!

Gesù, infatti, sapendo come la pensano tutti, «convocò la folla insieme ai suoi discepoli», quasi a voler convocare tutti gli esseri della terra – sacerdoti e laici, grandi e piccoli, dotti e ignoranti – e disse: «Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Un programma nel quale emergono tre punti fondamentali. Primo: il rinnegamento di sé stessi, cioè la tendenza «satanica» che c’è in ogni uomo, anche dopo la svestizione battesimale; secondo: Cristo non dice «accetti» la sua croce, ma «prenda» la sua croce per indicare un’attrazione attiva; inoltre Cristo dice la «sua» croce; perché ogni uomo ha una vocazione personale, che va liberamente scelta: a volte una «croce» nascosta anche agli amici più intimi: una croce per tutta la vita. Unico è il programma: «secondo Dio».

È davvero alta la posta in gioco: si tratta di perdere o di salvare la propria vita. Chi la pensa – come la maggioranza – di salvare la propria vita senza la croce, la perderà; chi è disposto a portare la propria croce per amore di Cristo e del vangelo, «la salverà».

Non c’è alcun rapporto tra Dio e il nemico, tra la Luce e le tenebre. «Lungi da me, satana!»: come sarebbe meraviglioso se ogni uomo prendesse le distanze dal male e dal peccato: senza tergiversare, senza cuscinetti e ammortizzatori!…

Non bisogna scandalizzarsi di certi comportamenti di Cristo. Potrebbe venire anche a noi la tentazione di ritenerlo «pazzo» come lo ritennero alcuni suoi coetanei. Ma Gesù disse: «Guai a chi si scandalizzerà di me».

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