Riflessione sul Vangelo della VI Domenica del T. O
Gesù è venuto a perfezionare la Legge di Mosè: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento». Perfezionare la Legge significa riportarla ai valori originari. «All’inizio non era così», disse Gesù a chi non accettava l’abolizione del divorzio ebraico.
Se all’inizio non era così, vuol dire che gli uomini erano passati da uno stato di grazia a uno stato di barbarie; e Gesù volle riportarli allo stato di grazia.
Fu durante lo stato di barbarie che Dio diede agli uomini i 10 comandamenti. Con essi, Dio cercò di «sgrossare» la rudezza acquisita, insegnando a non uccidere, non rubare, non commettere adulterio…; cose che finanche i bambini sapevano e sanno, finché stanno nello stato di grazia.
I 10 comandamenti erano e sono destinati ai peccatori (assassini, ladri, adulteri…) per impedire di continuare ad esserlo. E dopo che uno li ha osservati fedelmente, non ha fatto altro che evitare il male, senza aver fatto alcun bene: è un vero «servo inutile»!
I 10 comandamenti servono da «pedagogo», da «tutore» per imparare a crescere. Una volta cresciuti, il tutore non serve più; l’uomo è libero nello spirito. E tuttavia deve sempre ricordarsi che «chi crede di stare in piedi, cerchi di non cadere».
Gli uomini possono essere perfetti o imperfetti osservanti della Legge. Poiché Gesù disse «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli»: l’uomo deve essere un perfetto osservante della Sua volontà, espressa anzitutto nei 10 comandamenti.
Solo chi mira al raggiungimento della divina santità, saprà cogliere tutti i risvolti dei singoli comandamenti.
Non uccidere comprende anche il non calunniare, che è uccidere con la lingua. «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio». «Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geena».
Non rubare significa anche non derubare i poveri, appropriandosi di quanto spetta a loro, per soddisfare i propri vizi.
Non commettere adulterio significa anche non desiderare di commetterlo: «Avete inteso che fu detto: Non commetterete adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (adulterio del cuore).
Non spergiurare, anzi non giurare: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».
La giustizia degli scribi e dei farisei era la giustizia secondo la legge antica. Gesù insegna ad andare oltre. Senza abolire la precedente, Gesù dice: «se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e farisei, non entrerete nel regno dei cieli».
Da Gesù in poi, l’amore di Dio e degli uomini sono inseparabili, e l’amore deve estendersi anche ai nemici.
Gesù inculca l’idea della sublimità del paradiso e della infinita miseria dell’inferno quando consiglia ai discepoli a preferire la mutilazione del corpo alla perdita della gioia del cielo: «Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei suoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Il cristiano sa di essere come una città posta sul monte: tutti la vedono, tutti la guardano.
Tutti, vedendo, imparano, specie i bambini!
Anche Dio ci guarda, e non è felice quando insegniamo il male. Chi sarà considerato grande davanti a Dio? Chi osserva i suoi comandamenti di amore e, osservandoli, insegna agli altri a fare altrettanto.