Riflessione sul Vangelo del Giovedì santo
Il Giovedì santo è il giorno più caro al cuore della cristianità. Se non ci fosse stato il primo Giovedì santo, il cristianesimo sarebbe stato al massimo un insieme di insegnamenti morali.
Col Giovedì santo, Gesù è rimasto in modo tutto particolare con noi: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
Giovedì santo: giorno natale dell’Eucaristia nata dal cuore traboccante d’amore del Figlio di Dio; quell’amore che già l’aveva portato ad assumere «la condizione di servo», che lo condurrà alla morte di croce nascondendo la sua divinità, lo spinge a restare tra i suoi nascosto anche nella sua umanità sino al giorno della sua venuta.
Infatti, quando noi celebriamo l’Eucaristia non ricordiamo semplicemente alcuni momenti della vita del Signore, ma ricordiamo tutto, dal Natale alla Pasqua: Gesù diventa nostro contemporaneo! Per tale potenza d’amore la Chiesa vive nella storia: nel giorno in cui il Pane di vita ci viene donato, noi rinnoviamo la nostra professione nel «Mistero della fede» con convinzione affermiamo fissando lo sguardo sul Pane e sul Vino la presenza reale e sostanziale del Figlio di Dio che si dona come cibo di vita eterna. Come dunque il pane ed il vino servono a nutrire ed a sostenere il corpo, così il Corpo ed il Sangue di Gesù sostengono lo spirito nel suo cammino verso la salvezza.
Ma prima di mettersi a tavola, tuttavia, Gesù fa un gesto strano e per certi aspetti scandaloso: lava i piedi ai suoi discepoli. La stranezza di questo gesto di Gesù è che solitamente infatti questo era il compito degli schiavi, e nessuno avrebbe reso un tale servizio ad un inferiore. Gesù – il Signore e il Maestro – invece vuol dare un esempio di servizio e di umiltà, raccomandando ai suoi discepoli di fare lo stesso.
È evidente che qui non si tratta della pulizia dei piedi: non avrebbe senso che il Vangelo spendesse tante parole per parlare di un gesto tanto semplice. La pulizia di cui si parla è quella dello spirito, è l’innocenza che deve accompagnare ogni cristiano.
Chi non è moralmente pulito non può partecipare alla Cena del Signore e non può avere la vita eterna. Come sappiamo, tutti noi abbiamo molte occasioni di «sporcarci» durante la giornata: tutte le volte che non siamo capaci di vivere pienamente nell’amore, commettiamo azioni che ci «sporcano» ed hanno pertanto bisogno di essere «lavate». Gesù in questo caso «lava i piedi» anche a noi, nel senso che ci purifica da queste azioni e dalla cattiveria che inevitabilmente le accompagna.
Quando pensiamo alla purificazione, ci viene in mente innanzi tutto il sacramento della Riconciliazione. Il Vangelo però ci dice che i discepoli «sono mondi, puliti, per la Parola che è stata loro annunziata». Quindi, oltre alla Riconciliazione, abbiamo a disposizione un altro formidabile strumento per purificarci: la Parola di Dio, i Vangeli, l’Antico e il Nuovo Testamento. In che senso la Parola ci purifica? Nel senso che ci fa conoscere la volontà di Dio.
La fede è un dono che proviene da Dio; Dio ci mette in condizione di credere non solo alla sua bontà, il che sarebbe facile, ma anche a tutto ciò che è stato rivelato su di Lui, anche quello che va contro la nostra esperienza e la nostra logica. Tuttavia questo dono va alimentato, altrimenti si spegne.
Nel Vangelo del “Giovedì santo” c’è un personaggio che per il momento rimane in ombra, ma che poi diventa protagonista degli eventi che seguono. È Giuda, il traditore. Le fonti storiche ci dicono che Giuda aveva seguito Gesù nella speranza che Egli si mettesse a capo di una rivolta per allontanare i Romani dalla Palestina; quando poi aveva visto che il Maestro non aveva quest’intenzione, era rimasto deluso ed aveva deciso di tradirlo. Giuda voleva un Gesù che assecondasse i suoi progetti e non aveva accettato l’idea che Egli fosse venuto fra gli uomini per una missione molto più importante.
Guardiamoci bene: Giuda è ancora in mezzo a noi. Ognuno di noi può diventare Giuda. Perciò, non pensiamo di essere brave persone perché frequentiamo la Chiesa, partecipando ai vari momenti comunitari di preghiera e di ricezione dei sacramenti, magari collaborando offrendo il proprio aiuto nelle varie attività pastorali… Giuda era uno dei discepoli: aveva seguito il Signore dagli inizi, lo aveva sentito insegnare, mangiava e beveva con Lui. E Gesù, con gli altri discepoli, gli aveva addirittura affidato la cassa della sua piccola comunità! Per dirla in termini moderni, era una persona importante nella Chiesa. Eppure ha tradito.Vivere il Vangelo è difficile: richiede forza e costanza, e soprattutto il coraggio di rinunciare alle proprie idee per entrare nella logica di Dio. Tuttavia non siamo soli: Gesù è presente fra noi con la Parola, con il Sacramento della Riconciliazione, con il suo Corpo ed il suo Sangue. Sta a noi avvicinarci a Lui.