Riflessione sul vangelo della solennità del SS Corpo e Sangue di Cristo

Nel brano del Vangelo della solennità del Corpus Domini viene riportato l’episodio della moltiplicazione miracolosa dei pani da parte di Gesù, da sempre interpretato alla luce dell’Eucaristia, cioè del dono del Corpo e del Sangue offerto dal Signore nel cenacolo.

C’è tanta gente intorno a Gesù – 5000 uomini, più le donne e i bambini – perché ha voglia di ascoltare parole di vita e di speranza, ma è sfinita dopo un giorno di cammino sotto il sole, che comincia a declinare. Gesù si commuove, guardandola. I discepoli si preoccupano: Congedala, Signore! Invece, Gesù con la sua risposta imperativa sconvolge tutti: «Date voi stessi da mangiare».

Eppure Gesù sapeva benissimo che i suoi discepoli non erano nelle condizioni economiche adeguate per fare fronte a ciò. I discepoli non capiscono la provocazione e avvisano che sono pochi pani che hanno: «Abbiamo solo cinque pani e due pesci». Un altro evangelista annota: «C’è qui un ragazzo che ha qualche pane…». La sproporzione è talmente evidente… Ma Gesù prosegue: «Fateli sedere», «Fermatevi, pensateci! guardatevi attorno, non vedete?». «Date voi da mangiare!».

È sconcertante la risposta Gesù e fa nascere mille domande, ma una è la più significativa: come si può fare ciò?

Il problema è qui: Gesù vuole svegliare il cuore. Non gli basta che i suoi discepoli lo seguano e li provoca non solo a guardarsi intorno ma soprattutto a guardarsi dentro. Fa in modo che anche la gente guardi nel fagotto delle sue provviste. Mette in crisi tutti. Ed ecco che saltano fuori cinque pani e due pesci; vengono messi a disposizione di Gesù – non sono suoi – sono un dono di Dio! Gesù con la sua fede nell’Onnipotenza del Padre e con la preghiera li trasforma in nutrimento per la moltitudine. In tutto ciò Gesù anticipa ciò che farà di Sé stesso, del suo Corpo e del suo Sangue, anch’essi dono di Dio, assunti nel seno purissimo della Vergine Maria. Egli lo spezzerà, dopo aver reso grazie a Dio, e ne farà il nutrimento per il genere umano. Dalla sera del Cenacolo fino all’ultimo giorno della storia, l’umanità intera potrà così mangiare di quell’unico pane e dissetarsi di quell’unico vino per entrare in possesso della vita eterna. Anche il cristiano, nutrito e dissetato dalla bevanda eucaristica, dovrà farsi Eucaristia per i fratelli; dovrà lui innalzare gli occhi al cielo, chiedere al Signore che benedica la sua vita e che la renda vita spezzata, da consegnare ad ogni uomo perché gustando il dono di Dio, nella pienezza della verità e della grazia, possa entrare nella santità della sua esistenza. Quando si ha questa fede e si prega con il desiderio di farsi cibo di vita per il mondo intero, il Signore risponde dall’alto con la sua benedizione e ci trasforma in dono di vita per i fratelli. Infatti, la forza del cristiano non sono le cose che possiede; sono la sua fede e la sua preghiera, allo stesso modo che la forza di Cristo fu la sua fede e la sua preghiera.

La festa del Corpus Domini, una festa che il popolo cristiano ha voluto per celebrare il regalo di Gesù presente in mezzo a noi, racconta questo percorso.

Gesù è qui: l’aveva promesso. Con molti segni l’ha ricordato alla gente lungo i secoli. Tutte le volte che qualche presbitero, o ladro, o gente distratta ha dimenticato che nell’Eucaristia Lui era vivo, si è fatto sentire, ha dato i segni (si pensi ai miracoli eucaristici avvenuto in tante parti del mondo: basti ricordare, Lanciano, Bolsena, di Torino, ect..).

Gesù nell’Eucarestia dona la Sua nuova vita di risurrezione all’umanità perché possa attraversare il deserto della vita fino al raggiungimento della nuova terra promessa, che è il Paradiso. Gesù, di cui noi ci dobbiamo nutrire, non è solo Pane nuovo, Egli è insieme Pane e Parola di vita eterna; per avere la vita bisogna mangiarlo per intero, nella sua completezza di pane e di parola; mangiarlo soltanto come Pane o Parola, significa non riceverlo, poiché lo si divide e lo si spezza. Chi divide in Cristo il Pane dalla Parola, costui non ha mangiato Cristo secondo verità. L’Eucaristia aiuta la Parola, la Parola favorisce l’Eucaristia, e l’una dona vigore all’altra, purché l’una non sia mangiata senza l’altra. Coloro che hanno il ministero di dare l’uno e l’altro Pane devono vigilare perché l’uno non sia preso senza l’altro. Come il sacerdote fa il Corpo Eucaristico di Gesù, così egli deve fare l’altro pane, gustoso fragrante, della parola per somministrarlo a quanti hanno fame di Gesù e fame di vita eterna.

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